Più aumentano le occasioni di offerte e più le truffe trovano terreno fertile. Soprattutto in un paese, come il nostro, dove l’alfabetizzazione digitale tarda ancora a raggiungere livelli soddisfacenti.
In ogni caso, però, ci sono dei metodi che possono essere usati anche da chi non ha particolari competenze informatiche. A patto, però, di prestare la giusta attenzione.
Ecco alcuni suggerimenti.
Affidati alle recensioni, nonostante tutto
Le recensioni vengono viste dai negozianti spesso come il male assoluto. Però diciamo chiaro e tondo: grazie alle opinioni che trovi in rete è possibile capire se un e-commerce è realmente affidabile o meno.
Inutile girarci intorno, è così. È così anche per un semplice motivo di statistica: davvero si vuol pensare che le aziende on line possano acquistare migliaia di recensioni farlocche? E che, all’opposto, alcuni competitor scorretti possano, in qualche modo, inondare i vari portali di opinioni non vere?
Se stiamo parlando di cifre basse, allora sì. Magari può succedere. Ma se un ristorante, un sito ha 100 recensioni positive, è ragionevole pensare che quelle recensioni siano vere.
E, quindi, in linea di massima, sia affidabile. Qualche recensione potrebbe essere pure ‘spinta’, ovviamente. Ci mancherebbe. Ma 3 recensioni false su 100 in infangano un quadro generale.
Quindi, le recensioni vanno viste con estrema attenzione. Soprattutto quelle discorsive e che vanno dritto al punto nel dettaglio.
Controlla se ci sono tutte le informazioni
Chissà quante persone controllano effettivamente se tutte le informazioni presenti sono a norma di legge. Nel senso che un ecommerce dica sul sito tutto ciò che, secondo le normative vigenti, deve dire.
Uno tra tutti è la partita IVA. Un sito che è online da tempo e rivende qualcosa – che siano servizi o oggetti – non può non avere la partita IVA. Forfettaria, ordinaria, una Srl semplificata. Non stiamo qui a sindacare quale dovrebbe la forma giuridica di quello specifico sito. Però se non ha partita IVA è importante riflettere sul da farsi.
Cioè, in altre parole, anche se i prezzi sono molto vantaggiosi, evitare di acquistare su quel portale. Anche se si può trattare di una cifra bassa, meglio non rischiare. Risparmio non è mai guadagno in questo caso. Anzi. Meglio spendere qualcosina in più ma essere sicuri che le cose siano effettivamente quelle che provare la fortuna rischiando un qualcosa che, poi, non si sa se sia effettivamente quanto visto.
Vedi la storicità del sito
Altro aspetto importante è la sua presenza sul mercato. Alt: non vogliamo dire che tutti i siti nuovi debbano essere necessariamente di serie B. O che, all’opposto, quelli che sono presenti da decenni sul mercato debbano avere di default una maggiore credibilità.
Stiamo dicendo che se un portale on line è apprezzato da anni dagli utenti e, praticamente, non ci sono mai lamentele, al 99% è un sito affidabile e che non dà problemi.
Un conto è fallire perché non ci si è aggiornati (magari non si è fatta una dovuta attività di marketing, giusto per fare un esempio) e un altro è chiudere perché si è coinvolti in qualche indagine finanziaria.
All’opposto, un sito nuovo può essere molto sicuro. Proprio perché oggi è relativamente semplice capire se un portale è affidabile ed è difficile imporsi sul mercato, i portali nuovi cercano di differenziarsi dalla massa provando a dare quelle condizioni che i big non riescono a dare.
E, comunque, a essere affidabili. Ogni volta che una persona nuova acquista su un sito nuovo è sempre timorosa, perché non sa mai come va a finire.
Ecco: un portale nuovo deve offrire le dovute accortezze.
Chiarezza delle condizioni
Diceva un vecchio detto, rivolto ai giornalisti, “Scrivi in modo che ti possa leggere un lattaio dell’Ohio”. Il succo era che, qualsiasi cosa si diceva, era importante che tutti capissero ciò che si stesse leggendo. Anzi, più una cosa non era chiara e più, probabilmente, era proprio quello l’intento: di non far capire al lettore il fatto e di generargli ancora più confusione.
Cosa c’entra con l’e-commerce? C’entra perché un sito che non è chiaro nelle condizioni vuol dire che, forse, ha qualcosa da nascondere. O, comunque, vuole evitare che il consumatore possa avere tutti i diritti che gli spettano.
Un conto è dire, ad esempio, che “il reso verrà fatto entro i 14 giorni, come stabilito dalla legge” e un altro è dire “il reso verrà stabilito alle condizioni del decreto x modificato y con successive modifiche z”.
Nessuno, ovviamente, andrà a vedere il singolo comma e il singolo articolo. Così l’utente non saprà mai in realtà quando potrà avere il reso. E se il cliente non sa quali sono i suoi diritti, ovviamente non potrà rivendicarli.
Facile, no? Certo, però poi un utente attento non si fida, giustamente, e andrà dalla concorrenza che è più chiara. Perché, spesso, i dettagli fanno la differenza.